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QUARTO 647 epigrammi ed altri diversi componimenti, de’ quali si può vedere il Fabricio (Bibl. lat. l. 3, c. 13) (20). Alcuni danno a Claudiano il primo luogo tra’ poeti latini dopo quelli del secol di Augusto (V. Baillet. Jug. des Sav. t. 3). Io penso che al più egli si possa dire uguale a’ migliori che vissero dopo quel tempo. In lui si vede ingegno vivace e fervida fantasia; ma raro è eli’ ei si tenga ne’ limiti che all’ingegno e alla fantasia prescrive la ragione. Ei s’abbandona, in maniera somigliante a Lucano ed a Stazio, al suo fuoco, e se ne lascia trasportare più oltre che non conviene. Leva ordinariamente al principio sì alti voli, che le nuvole sembrano troppo angusto confine al suo corso; ma poscia gli si stancan le ali, ed egli caduto a terra vi serpeggia umilmente. Ma intorno allo stile di Claudiano degnissima singolarmente d’esser letta è una dissertazione di M. Merian negli Atti dell’Accademia di Berlino (t. 20,p. 437, ec.), in cui egli con bellissime filosofiche riflessioni esamina tutto ciò che a questo poeta appartiene, ne scuopre i pregi tutti e tutti i difetti, (a) Tra i minori componimenti di Claudiano è il poemetto intitolato Cì^amornnrhui, ¡1 qual però 1: imperfetto. Sapevasi oli’egli non solo avea su questo argomento latto un poemetto latino. ma che aveane anche scritto un altro in greco , e alcuni pochi versi ne avea pubblicati al principio del secolo xvi Arsenio arcivescovo di Monembasia. Al dottissimo sig. Giovanni Iriarte siam debitori di un altro pi il copioso frammento di scttantasette versi eh’ei ne ha felicemente trovato c dato in luce, c illustrato con erudite annotazioni (H. ìf ’tril. Hibl. Codice* gr. t. 1, p h ’j , ec.).