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quaji+o 635 intendente gramatico a trovar senso. Oltre che egli, come osserva il Vossio (De Histor. lat. l. 1, c. 20), è uomo così erudito che cita autori e libri che non sono.mai stati al mondo. Io l’ho nominato a quest’epoca, perchè in essa si crede da alcuni ch’egli vivesse. Ma altri a mio parere saggiamente il voglion vissuto dopo la guerra de’ Goti; e io crederei di provvedere anche meglio alla riparazion di Fulgenzio, dicendo ch’egli visse*nell’via, o nel ix secolo. Certo egli è tutt’altro da S. Fulgenzio vescovo, con cui alcuni l’hanno incautamente confuso. Intorno a lui si può vedere, da chi il brami, la prefazione di Tommaso Munckero premessa all’azione che ne ha fatta, più magnificamente ancora che non facea bisogno, Agostino Van Steveren in Ley de 11 l’anno 177 4 3 insieme col supposto Igino, e con un cotal Lattanzio Placido autore di un compendio delle Metamorfosi d’Ovidio. XVI. Più onorevole sarà all" Italia la menzione di Aurelio Teodosio Macrobio eli’ io pongo qui tra’ gramatici, non perchè egli tenesse scuola, ma perchè scrisse di argomento ch’era proprio de’ gramatici, i quali singolarmente, come altrove abbiam dimostrato, si esercitavano nel ricercare gli antichi costumi, nell’esaminare gli antichi autori, e in tutto ciò in somma che noi or comprendiamo sotto il nome di filologia. Nè voglio già io affermare che.Macrobio fosse italiano (18). Egli stesso troppo apertamente (*) Macrobio nei bassi secoli fu creduto tli patria parmigiano; e in Panna esiste tuttora il sepolcro in