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5pO> LIBRO fossero istruiti in quelle scienze che al loro stato si convenivano. Un canone del secondo Concilio di Vaison celebrato l’anno 529, riferito dal dotto P. Thomasin (Discipl. de Benef pars 2, lib. 1, c. 88, n. 10), rende alla nostra Italia quest1 autorevole testimonianza: Omnes presbyteri, qui sunt in parochiis constituti, secundum consuetudinem, quam per totam Italiam satis salubriter teneri cognovimus, juniores lectores secum in domo retine ant, et eos, quomodo boni Patres, spirituaiter nutrientes, psalmos parare, divinis lectionibus insistere, et in lege Domini erudire contendant, ut sibi dignos successores prooideant. 11 canone benchè altro non provi se non che nel vi secolo era in Italia un tal uso, nondimeno sembra ancora che accenni che assai prima esso vi si era introdotto; e tale è in latti F opinione del sopraccitato scrittore, il quale pensa che fin da’ tempi più antichi si istituissero cotali scuole sacre in Italia; il che però io credo che non debba intendersi se non de’ tempi di Costantino e de’ seguenti imperadori, poichè non sembra probabile che si potesse ciò usare anche al tempo degl’imperadori gentili. Inoltre nel iv secolo s’introdusse in alcune chiese d’Italia la vita comune dei chierici insieme col loro vescovo. Il primo a darne l’esempio in Occidente fu, per testimonio di S. Ambrogio, S. Eusebio vescovo di Vercelli, di cui or ora ragioneremo (S. Ambr. ep. 63 ad D’ere èli). Or chi può dubitare che tra gli ordinarj esercizi di questa vita comune non fossero ancor fissate le ore da impiegarsi ne’ sacri studi necessarii