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558 LIBRO al fine però di ciascun libro vi sono quasi sempre aggiunti il prenome di Lucio e il nome di Celio. Dal che conchiude che ove in altri codici si legge Cecilio (come veramente si legge in quattro almeno (V. Cat. MSS. Bibl. reg. t. 3, cod. 1662, 1663, 1667, 2627) di que’ della regia biblioteca di Parigi) debbasi attribuire ad error de’ copisti. Egli osserva inoltre, e prova con più esempj presi dalle antiche iscrizioni, che Firmiani si dicono ancora i cittadini di Fermo; benchè, a dir vero, gli esempj ch’egli ne arreca, non mi sembrino convincenti. Da varj passi di Lattanzio a lui sembra di poter raccogliere chiaramente ch’egli stesso si faccia romano, benchè per altro non ve n’abbia a mio credere alcuno che possa far certa pruova. Da questi e da altri somiglianti argomenti che presso lui si posson vedere, egli congettura e sostiene che Lattanzio fosse della famiglia de’ Celj, che certo era romana, ma che in occasione della spedizion di qualche colonia passasse a Fermo. A me non pare che tutte le ragioni da lui addotte rendano abbastanza certa questa opinione; ma parmi ancora che la rendano abbastanza probabile. E certo s’egli ebbe tutti i nomi che in alcuni codici gli si danno, cioè di L. Celio, o Cecilio Lattanzio Firmiano, questi medesimi il mostrano almeno di origine romano. Inoltre lo stile ch’egli usa, colto assai ed elegante , non par convenirsi ad uomo nato e vissuto in Africa, i cui scrittori benchè sieno eloquenti, come Tertulliano e S. Cipriano, hanno nondimeno una cotale asprezza, per cui si distinguono agevolmente da’ nativi Latini.