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556 LIBRO Montanisti. coi quali ebbe una conferenza; e qualche frammento di questo autore ci è stato conservato da Eusebio (Hist. eccl. l. 2, c. 23; l. 2, c. 28; l. 6, c. 20, ec.). I due illustratori della storia letteraria di Aquileia molisi g. F011lanini e il sig. Giangiuseppc Liruti parlano lungamente di S. Ermete che dicesi fratello del pontefice S. Pio I, e da cui si crede composto un trattato sulla celebra/,ioti della Pasqua (Fontanini Hist. litter. aquil. p. 63; Liruti Scritt.. del Friuli, t. 1, p. 15). Il P. Cillier pare che non si fidi abbastanza delle autorità che a provarlo da essi si adducono (t 1, p. 588); nè io credo di dovermi trattener nell1 esame di una questione intorno a cui nulla potrei aggiugnere a’ mentovati scrittori. Ma uomo singolarmente dotto fu Novaziano. di cui due opere ancor ci rimangono, una su’ cibi giudaici, l1 altra sulla Trinità, oltre alcune altre che son perite. Egli però fece uso troppo reo del suo stesso talento valendosene ad eccitare nella Chiesa romana uno scisma eli1 ebbe funestissime conseguenze (V. Ceillier t. 3, p. 290). Questi sono i soli scrittori sacri de’ quali possiam gloriarci, oltre Lattanzio di cui or ora ragioneremo; mentre frattanto i Greci ebbero un Clemente Alessandrino , un Origene , un Ireneo , un Dionigi Alessandrino ed altri dottissimi uomini che la Chiesa illustrarono co’ loro libri. Di questa diversità tra i Latini e tra i Greci due ragioni si possono a mio parere arrecare. In primo luogo le turbolenze di Roma e delf Italia tutta in tanti sconvolgimenti a cui l’Impero fu in questi secoli sottoposto, che,