Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/586

TERZO 540 antico? Prudenzio, come prova il P. Sirmondo (in not ad Ennodiiopusc. 5), nacque l1 anno 348. Giuliano salì sul trono l’anno 361. Come dunque chiamare antico un avvenimento seguito mentre egli contava almeno tredici anni di età? Egli è dunque troppo probabile, come abbiam detto, che il martirio di S. Cassiano si debba fissare al più tardi sotto l’impero di Diocleziano, e abbiamo perciò in esso l’esempio di un Cristiano che anche sotto gl’imperadori idolatri teneva pubblica scuola, nè credeva con ciò di fare cosa dalla sua religione vietata. III. Ma a parlare sinceramente, sembra che S. Cassiano altro non insegnasse a’ fanciulli fuorchè il semplice scrivere; nè in tutto l’inno di Prudenzio io non trovo espressione che.accenni scuola di gramatica o di rettorica. Potrebbe dunque poco opportuno parer questo fatto a provare che i Cristiani coltivassero ancora nei primi secoli i profani studj; ma non ce ne mancano altri più chiari esempj. Potrei qui fare menzione della filosofica scuola che tennero pubblicamente in Alessandria e Panteno e Ammonio e Clemente Alessandrino e Origene, tutti vissuti a tempo degl’imperadori idolatri; ma io non voglio far motto se non di ciò che appartiene all’Italia. Egli è vero che Panteno non solo dai Siciliani (V. Mongit. Bibl. Sic.), ma da altri ancora (V. A da SS. Jul. t. 2, p. 460) dicesi siciliano di patria; ma, s’io debbo parlare sinceramente, il testo di Clemente Alessandrino, a cui quest’opinione s’appoggia, è così intralciato, che non se ne può abbastanza accertare il senso; e oltre ciò,