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544 LIBRO poiché un certo C. Quinzio Abascanzio assegnò un tempio innalzato in onor di Traiano a’ medici torinesi (14), acciocchè ivi si unissero insieme, probabilmente a coltivarvi la loro arte, e a disputare tra loro de’ mezzi onde promoverla (V. Marm. Taurinens. t.1,p. a 17, ec.). Ed è similmente probabile che molte delle altre città d’Italia ancora avessero le loro scuole in cui istruir nelle lettere i fanciulli: benchè poscia comunemente avvenisse che chi sperava di salir per esse a gran nome, abbandonata la patria, si recasse a Roma, dove tutto il fior dell’impero si vedeva come in ampio teatro raccolto insieme. Ma quando Roma cessò in certo modo di esser la capitale del mondo, non accorrendovi più in tanta folla i popoli d’ogni nazione, le provincie d’Italia si vider piene, per quanto la condizion de’ tempi lo permetteva, d’uomini che col loro sapere erano di ornamento e di vantaggio assai grande alle lor patrie, come nel decorso di quest’opera dovrem vedere. (a) Questa iscrizione è slata riprodotta dal sig. Vincenzo Malacarne innanzi al primo tomo delle erudite sue Memorie de’ Medici e de’ Chirurghi Piemontesi, insieme con più altre iscrizioni appartenenti o a’ medici , o a rO’ C appartenenti a medicina. Ivi però si accenna qualche dubbio mosso dal P. lettor Tommaso Verani Agostiniano da me più volte lodato, che le prime parole Divo Trajano siano stale aggiunte posteriormente , e nulla abbiati che fare colla iscrizione di Abascanzin.