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XI. Prova fiore ili erano iv &C1C1IZC. 54^ LIBRO Alciali, il quale singolarmente fu diligentissimo ricercatore delle antichità della sua patria. Eppure nè l’un nè l’altro di questa lapida non fan motto; pruova evidente, a mio credere, eli1 essa non Vera. Ella è dunque cosa troppo chiara e palese che questa lapida non appartiene punto a Milano; e io son certo che i più eruditi ancora tra i Milanesi confesseranno che non possono all1 autorità di essa appoggiarsi per alcun modo. (XI. Ed essi in fatti non abbisognano nè di .«i questa iscrizione, nè dell1 altra soprammènto1 le vata di Plinio, per provare che fino dagli antichi tempi fiorivan tra essi gli studj. Già ne abbiamo accennate più pruove nel primo volume. I gramatici che da Roma si sparsero nelle altre provincie d’Italia, e singolarmente nella Gallia Cisalpina, e il soggiorno che in Milano fece per alcun tempo Virgilio, e il passo poc1 anzi riferito di Plinio, ci fanno conoscere che vi si coltivavano e vi si insegnavan le lettere, e che vi accorrevano a tal fine anche le confinanti città. Aggiungasi che in Milano si trattavan le cause non altrimenti che in Roma. Ne abbiamo una sicura pruova in ciò che Svetonio narra di Albuzio Silo retore, da noi mentovato nel precedente volume, cioè che in Milano difese con grand’ardore una causa innanzi al proconsole Pisone; e che sì frequenti erano e sì romorose le acclamazioni con cui era ascoltato , che convenne al littore far cenno al popolo perchè s1 acchetasse (De clar. rethor. c. 6). Or se vi si trattavan le cause all’usanza romana, come da questo passo è palese, eranvi