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III. Teatri in diverse altre città di quelle provincie. 5a4 LIBRO voce (Svel. in Ner. c. ao). Tali letterarie gare ci fan conoscere che uomini amanti dell’amena letteratura erano i Napoletani: il qual fervore si mantenne tra lor lungamente, perciocchè Filostrato ancora, che vivea a’ tempi (di Settimio Severo, dice (praef. ad. l. 1 Icon.) che uomini colti essi erano e nelle lettere greche assai esercitati (11). III. Nè in Napoli solamente, ma in altre città ancora che ora appartengono al regno di questo nome, noi ritroviamo non pochi indicj a provare il felice stato in che vi eran gli studj singolarmente poetici. Il teatro che nelle rovine di Ercolano si è scoperto, ci mostra che le sceniche rappresentazioni vi erano in uso; e perciò, come in Napoli ancora, esser dovevanvi probabilmente poeti che le componessero. E inoltre i bei monumenti che ne sono stati disotterrati, come ci provano l’eccellenza di quegli abitanti nelle arti liberali, così possono ancora servire di conghiettura a conoscere il loro impegno nel coltivare gli studj che sogliono aver colle arti una medesima sorte. È degna d’essere letta su questo argomento una dissertazione di Giannersto Emanuele Walchio sulle (*) A’ monumenti qui da me accennati, i quali ci mostrano che in Napoli ne’ tempi della repubblica un’ambasciata de’ primi Cesari fiorirono felicemente gli studi, se ne possono aggiugner più altri prodotti dal sig. Giangiuseppe Origlia nel primo libro della erudita sua Istoria dello studio di Napoli, stampata in questa stessa città nel 1753, in cui viene di secolo in secolo dimostrando la continuata successione che ivi fu di scuole non meno che d’uomini dotti fiuo alla fine del xii secolo.