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482 LIBRO Ili. Uomini ancora versati ne’ ’filosofici stuih - doveano essere i quattro maestri che in essi ebbe Marco Aurelio, che al nome sembran latini cioè Giunio Rustico, Claudio Massimo, Cinna Catullo nella filosofia stoica, e Claudio Severo nella peripatetica (Capit, in M. Aur. c. 3). E Giunio Rustico singolarmente era da lui avuto in sì grande stima, che soleva chiamarlo a parte di tutti i suoi consigli così ne’ pubblici come ne’ privati affari; e gli rendette singolarissimi onori, come altrove abbiamo osservato. Di lui e ancora di Massimo ci ha egli lasciato ne’ suoi libri onorevoli encomj (De Rebus suis l.1), rammentando le sagge riflessioni ch’essi gli aveano ispirato; e di Massimo singolarmente dice ch’egli era uomo di tal costume , che ben conoscevasi che le sue parole eran conformi a’ suoi sentimenti, e che in ogni cosa operava con retto fine. Ma anche di questi invano ci affaticheremo a ricercare altre notizie; e negli scrittori latini di questa età difficilmente troverassi fatta menzione di altri Romani che pel coltivamento della filosofia si acquistasser gran nome. IV. Ma mentre questi studj illanguidivano in tal maniera presso i Romani, i Greci erano ad essi rivolti con tal fervore, che parevan rinnovarsi gli antichi tempi di Pittagora e di Platone. Potamone , Ammonio, Plotino, Porfirio , Luciano, Sesto di Cherona, Massimo Tirio, e molti altri furono a’ tempi di cui parliamo. La setta Eclettica, a cui Potamone prima diede principio, e che fu poscia da Ammonio stabilita meglio ed illustrata, nacque a questa