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toilitar disciplina, temè, come egli stesso racconta (ib,), che quando il vedessero rivestito delle consolari insegne , non lo uccidessero. Alessandro perciò comandogli che in tempo di questo suo consolato se ne stesse fuori di Roma in qualche città d’Italia. Il che avendo egli fatto, tornossene poscia a Roma, e quindi recossi ad Alessandro che stavasi in Terra di Lavoro; e trattenutosi alcuni giorni con lui, ottenne, per cagione di non so quale infermità che soffriva nei piedi, di tornarsene alla sua patria per passarvi tranquillamente ciò che gli rimaneva di vita. IX. Scrisse egli in ottanta libri un’intera Storia romana dalla venuta di Enea in Italia fino a’ tempi di Alessandro Severo. Confessa egli stesso di avere impiegati dieci anni (l. 72) a raccoglier le notizie per ciò opportune, e dodici anni a distender la storia fino alla morte di Commodo, a cui poscia aggiunse ciò che apparteneva agli altri imperadori. Ma i primi trentaquattro libri e una gran parte del xxxv si son perduti. Abbiamo i venticinque seguenti; benchè alcuni credano che tra questi gli ultimi sei siano tronchi ed imperfetti. Ma dopo il lx libro tutti gli al tiri sono perduti; e solo ci è fortunatamente rimasto il compendio che di Dione ha fatto Giovanni Sifilino nipote di un patriarca di Costantinopoli dello stesso nome nell’undecimo secolo, che comincia dal xxxv libro, e giunge fino all’ultimo, trattone il i.xx libro ch’era smarrito fin da’ tempi di Sifilino, e a cui perciò egli altro non potè fare che sostituire un brevissimo supplemento. Dione, in ciò