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388 LIBRO Or se era di bronzo, non si dovette egli fon. dere il metallo per fare sì grande statua l Come dunque era perita l’arte del fondere? Il Win. ckelmann spiega queste parole (l. cit.), come se Plinio volesse dire che Zenodoro con tutta la sua abilità non vi potè riuscire. Ma in che non riuscì egli? Nel fondere il bronzo? Ma egli ne avea fuso altre volte, perchè oltre altri lavori avea fatta la mentovata statua di Mercurio. Nel fonderlo a dovere e secondo le giuste leggi? Ma se egli era si felicemente riuscito nella statua di Mercurio, ne sapea dunque f arte; e ancorché il colosso gli fosse mal riuscito, non poteva Plinio a ragione inferirne che perita fosse r arte di fondere il bronzo. Potrebbe dirsi per avventura che Plinio volesse solo indicare ch’era perita in Roma l1 arte del fondere , e che perciò convenne chiamar dalle G;;llie Zenodoro. Ma anche questo senso non può ammettersi. Plinio dice espressamente che F arte dei fondere il bronzo era perita, essendo pur Zenodoro si eccellente scultore: interiisse fundendi aeris scientiam, cum... Zenodorus scientia fingendi caelandique nulli veterum postponeretur. Io non trovo, tra gl’interpreti di PI ilio, chi faccia riflessione alcuna su questa difficoltà. La sola spiegazione che a queste parole si possa dire con qualche probabilità, si è quella che il valoroso sig. Carlo Bianconi bolognese, nella storia al pari che nella scienza delle belle arti versatissimo, mi ha in una sua lettera suggerito; cioè che Plinio voglia dire che la grandezza di questo colosso, la difficoltà dell’opera , e in conseguenza 1" eccellenza di Zenodoro,