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di maravigliosa eloquenza, lo dice: Isaeo torrentior (sat. 3, v. 74)• Xli. L1 altro retore di cui Plinio parla con molta lode, è Giulio Genitore. Piacemi di recar qui tutto il passo in cui egli di lui ragiona scrivendo a Corellia, e persuadendola a mandare il suo figlio alla scuola di questo retore, perchè ci fa conoscere sempre più chiaramente l’egregio carattere di Plinio, che, a mio parere, tra tutti gli antichi scrittori latini non ha l’uguale. Egli è ormai tempo, dice (l. 3, ep. 3), di cercare un retore latino, che sia certamente uomo autorevole, modesto e casto. Perciocchè cotesto giovinetto agli altri doni di natura e di fortuna congiunge ancora una singolare bellezza; e a lui perciò nel lubrico dell’età giovanile convien cercare non un maestro soltanto, ma un custode ancora e un direttore. A me pare di poterti sicuramente proporre Giulio Genitore. Io l’amo; ma il mio amore nasce dalla stima che ne ho conceputa. Egli è uom costumato e grave; anzi per riguardo al presente libertinaggio forse ancora un pò rozzo ed austero. Quanto ei sia valente nel dire, tu puoi saperlo da molti, perciocchè un’eloquenza facile e copiosa tosto si scuopre. La vita degli uomini ha de’ gran nascondigli, tra cui spesso si occulta. Ma per Genitore io ti posso esser garante. Il tuo figlio non udirà da lui se non ciò che sia per giovargli; nè apprenderà cosa alcuna cui C ignorar fòsse meglio. Egli al par di noi due gli rammenterà sovente i suoi maggiori e le glorie della sua famiglia. Consegnalo pure col favore degl’iddii a un tal precettore,