il loro impiego, e potevano i giovani più agevolmente giovarsi del lor sapere. Furon dunque
allora le scuole de’ retori considerate come pubbliche; e perciò nella Cronaca Eusebiana, parlando di Quintiliano che a questo tempo viveva , si dice (ad olymp. 217): Quintiliano il
primo aprì in Roma pubblica scuola, e dal
fisco ebbe lo stipendio. Il Dodwello, il qual!
pensa che a’ tempi di Galba cominciasse Quintiliano a tenere scuola in Roma, pensa ancora
che da Galba gli fosse assegnato lo stipendio,
Ma Svetonio chiaramente dà questa lode a Vespasiano; e non sembra probabile che Galba ,
il quale nei sette mesi che tenne l’impero, non
diè saggio che degli enormi suoi vizj, pensasse a dare un sì utile provvedimento. Se
dunque Quintiliano cominciò a tenere scuola
regnando Galba, l’avrà allora tenuta egli pure,
come tutti aveano finallora usato, finchè da
Vespasiano a lui e agli altri retori venne assegnato lo stipendio dal pubblico erario. Svetonio non parla che dello stipendio assegnato
a’ retori. Egli è però verisimile che a’ gramatici
ancora egli l’assegnasse; seppure non vogliasi
quest’onore concedere ad Adriano di cui narra
Sparziano che a tutti i professori concedette
onori e ricchezze, e che a coloro tra essi
che alla lor professione non eran più abili,
dopo averli parimente onorati e arricchiti, diè
il congedo.
II. Adriano, come al principio di questo libro
si è detto , voleva esser creduto, ed era ancora talvolta, splendido protettor delle scienze;
benchè l’invidia di cui ardeva contro chiunque,