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3o4 XTBRO (t. 2, p iG{), benché altri pretendano che le( opere a musica appartenenti sian di un altro Trasillo figliuol del primo. Veggansi intorno a ciò le Ricerche dell’ab. Sevin (Mém, de l’Acad, des Inscr. t. 10,p. 89), il quale diligentemente ha esaminato tutto ciò che narrasi di Trasillo. Ma ciò che più celebre il rendette, fu lo studio dell’astrologia giudiciaria, e l’uso che con Tiberio ne fece. Questi piacevasi assai di questa arte alla sospettosa sua indole troppo opportuna, e da Trasillo ne apprendeva le leggi. Ma poco mancò che queste non riuscisser fatali allo stesso maestro; poichè, come raccontano Tacito (l. 6 Ann. c. 21) e Dione (l. 55), avendo egli predetto l’impero a Tiberio, mentre stavasi in Rodi, questi a lui rivolto, e di te, gli disse, che predicon le stelle? Era questo un pericoloso cimento, poichè, qualunque risposta ei rendesse, poteva facilmente da Tiberio essere smentita. Egli dunque osservando le stelle, e misurando gli spazj de’ cieli, mostrò di turbarsi , e con voce tremante rispose eli’ egli conosceva di essere in grave, e forse estremo pericolo. Della qual risposta compiacendosi Tiberio, abbracciollo, ed esortatolo a non temere, accrebbe vieppiù la confidenza che in lui avea. Lo stesso Dione (ib.) e Svetonio (in Tib. c. 14) raccontano che egli, dalla spiaggia di Rodi veggendo venire una nave, predisse a Tiberio che essa gli portava il lieto comando di tornarsene a Roma, e che così avvenne di fatto. Questa forse fu la ragione per cui allor quando Tiberio tutti gli stranieri che facevan professione d’astrologia dannò a morte, e all’esilio