Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo II, Classici italiani, 1823, II.djvu/338


primo 301

questo abbiamo una assai bella operetta del P. Michele Mourgues della Compagnia di Gesù, di nuovo ristampata in Bouillon l’anno 1769, intitolala: Parallelo della morale cristiana con quella degli antichi filosofi, in cui a canto del Manuale di Epitteto tradotto in francese aggiunge un Manuale cristiano in cui le sentenze di Epitteto vengono alla nostra religione adattate, e da essa perfezionate; e inoltre un’antica parafrasi cristiana dello stesso Manuale fatta già in greco, e da lui stesso recata in francese.


Di Favorino XXVII. Discepolo di Epitteto fu Favorino nativo di Arles, secondo Filostrato che ne 1 ha scritta la Vita (Vit. Sophist. l. 1, c. 8), amico di Gellio che spesso fa di lui menzione e ne riporta parecchi detti (l. 5, c. 11; l. 12, c. 1; l. 14, c. 1; l. 17, c. 19; l. 18, c. 1,7, ec.), di Plutarco il quale a lui dedicò alcuni suoi libri, e di altri dotti uomini di quel tempo. Par nondimeno che il tenor di sua vita fosse assai diverso da quello del suo maestro (Philostr. l. cit.; Lucian. in Eunucho). Ma in ciò che appartiene a universalità di sapere, gli fu ancor superiore; poichè non solo egli fu valoroso filosofo, e addetto assai alle dottrine platoniche, ma nella poesia ancora e nella storia esercitossi con lode. Già abbiam veduto per qual maniera egli fuggisse il pericolo d’incorrere la disgrazia di Adriano (V. c. 1, n. 13). Questi, geloso al sommo della gloria d’uomo eloquente e dotto, avrebbe voluto pur toglier di mezzo un filosofo che potea contrastargli il primato. Ma Favorino seppe sì destramente condursi, che l’imperadore non trovò mai motivo