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e tutti poscia cacciati non da Roma solo, ma da tutta l’Italia (Dio ib.) Svet. in Domit. c. 10), e tra essi furono singolarmente Dione Grisostomo ed Epitteto, de’ quali a suo luogo ragioneremo. A questa occasione Filostrato ci riconduce sulla scena Apollonio Tianeo, e con una tediosa prolissità ci racconta che quest’uom di prodigi , dopo avere corse le provincie del romano impero per sollevarle contro di Domiziano, citato finalmente e tratto a Roma a rendervi ragione della sua condotta, chiuso in carcere, poscia venuto innanzi all’imperadore, con tanta fermezza ribattè le accuse a lui date, e con sì grande e sovrumana costanza parlò a DomizianoJ, che questi ne fu sorpreso, anzi atterrito; e che Apollonio, dopo aver protestato che invano si sarebbe tentato di tenerlo prigione, scomparve improvvisamente, e quasi al tempo medesimo trovossi in Pozzuoli. Ma non giova il trattenersi più oltre a confutare cotai romanzeschi prodigi; poichè già abbiam poc’anzi mostrato qual fede si debba alla narrazion di Filostrato. VIII. Alla morte di Domiziano probabilmente fecero i filosofi ritorno a Roma, e convien dire che o Nerva, o Traiano rivocasser l’editto che contro di essi da Domiziano erasi pubblicato. In fatti Plinio il Giovane tra le lodi che dà a Traiano, non tace quella della degnazione con cui ei riceveva i maestri della sapienza (Pan. c. 47), col qual nome sembra ch’egli intenda i filosofi. Questi dunque dovetter vivere tranquilli e onorati, finchè visse Traiano; e il lor numero dovette quindi accrescersi molto. Non