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elogi parla il medesimo Plinio di Titinnio Capitone, cui chiama uomo ottimo e da esser annoverato tra’ principali ornamenti del secolo suo (l. 8, ep. 12)5 e ,,e ^ut^a ailc^ra il fomentare ch’ei faceva gli studj con sommo impegno, sicchè vien da lui detto literarum jam senescentium reductor ac reformator. Or questi, come narra lo stesso Plinio , stava scrivendo un libro in cui narrava la morte degli uomini illustri de’ suoi tempi. Di non diverso argomento era l’opera di cui tre libri avea già composti Caio Fannio. Non dispiacerà, credo, a’ lettori eli’ io qui rechi la lettera che Plinio scrisse al risaperne la morte; poichè ella è sommamente onorevole a Fannio. e insieme ci scuopre l’eccellente carattere di Plinio, in cui io confesso che parmi di vedere uno de’ più. saggi e de’ più onesti uomini di tutta l’antichità. Mi vien detto, scrive egli (l.5 , ep. 5), che C. Fannio è morto, e questa nuova mi affligge al sommo; prima perchè io lo amava, uomo, come egli era, colto ed eloquente; e innoltre, perchè del consiglio di lui io soleva giovarmi assai. Egli era di acuto ingegno, esercitato negli affari, e ali occasione fecondo di varj partiti... Ciò che più mi affligge, si è che ha lasciata imperfetta un’eccellente sua opera. Perciocchè, benchè ei fosse occupato nel trattare le cause, scriveva nondimeno le funeste avventure di quelli che da Nerone erano stati o esiliati, o uccisi. Aveane già ei compiuti tre libri scritti in uno stile di mezzo tra il favellare ordinario e quello che alla storia conviene, ma con ingegno, con esattezza e con eleganza. E tanto più ei bramava