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a34 LIBRO facesse ad un certo Cesennio Silvano di lui parente (l. 3, ep. 8). Nè di ciò contento Plinio, uomo di cui non v’ebbe forse tra gli antichi chi desse più generose prove di vera amicizia, il volle seco in sua casa, e da Traiano gli ottenne que’ privilegi medesimi che propii eran di chi era padre di tre figliuoli. Ecco |:1 lettera da lui perciò scritta a Traiano (l. io, cp. <)5): Già da lungo tempo , o signore , io ho preso a tener meco in casa Svetonio Tranquillo , uomo di probità , di onestà, di erudizion singolare , i cui costumi e i cui studj io ho sempre avuti cari, e tanto più ora lo amo, quanto più da vicino il conosco. Per più cagioni gli è necessario il diritto di tre figliuoli; perciocchè e gode il favore degli amici, e poco felice è stato nelle sue nozze, e spera di ottenere per mezzo nostro dalla vostra clemenza ciò che l’avversa fortuna gli ha negato, ec. Le quali parole di Plinio ci fan vedere la stima in eli’ egli avea Svetonio; di che un altro argomento abbiam parimenti in un’altra lettera da lui scrittagli per esortarlo a pubblicar finalmente i suoi libri (l 5, ep. 11). Fu ancora assai caro all’imperador Adriano, da cui fu adoperato a suo segretario; ma poi ne incorse lo sdegno, e fu privo di quest’onorevole carica, perchè egli con più altri, come narra Sparziano (in Vita Hadr.), apud Sabinam uxorem injussu ejus familiarius se tunc egerat, quam reverentia domus aulicae postulabat. La qual maniera di favellare è stata da molti intesa, come se avesse a spiegarsi di poco onesta famigliarità: ma veramente, come riflette il Cavie