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222 LIBRO veggiam nominati. Egli non può esser certo colui che è mentovato da Cicerone (l. 3 ad Q. fratr. ep. 2, ec.), poichè ei non poteva vivere fino al tempo di Claudio. Un Curzio Rufo celebre a’ tempi di Claudio troviam rammentato da Tacito (l.11 Ann. c. 20, 21); ma questo storico che ne parla lungamente, e che non suol ommettere cosa alcuna di ciò che giova a formare il carattere de’ suoi personaggi, non fa cenno alcuno di lettere, di cui quegli fosse studioso. In un antico catalogo delle Vite de’ Retori illustri scritte da Svetonio, ma ora smarrite, che era presso Achille Stazio (V. Vo.vv. de Histor. lat. l. 1, c. 28), vedesi nominato un Q. Curzio Rufo; e certo è probabile assai che questi sia lo scrittor della Storia di cui parliamo. Non vi è, a mio parere, ragione alcuna a negarlo; ma non vi è pure fondamento bastevole ad accertarlo. Ciò che è più strano, si è che niun degli antichi, come già abbiam detto, abbia fatta menzione di questa Storia. Questo però non è argomento bastevole a combattere la nostra opinione. Una storia di Alessandro non era a que’ tempi oggetto molto interessante pe’ Romani, che troppo erano occupati delle lor guerre per pensare alle altrui. Quindi non è maraviglia che la Storia di Curzio si giacesse quasi dimenticata. Aggiungasi, che se Curzio non era che semplice uomo di lettere, come è probabile, difficilmente si troverà scrittore a cui venisse occasione di nominarlo. Seneca il 11 retore scrisse, come è chiaro dalla serie dei tempi, prima di lui. Gli storici perchè dovean parlare di un uomo che non avea avuta parte