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Capo IV.

Storia.

I. I tempi de’ quali or ragioniamo, eran comunemente così luttuosi e funesti, die era quasi a desiderare che non ne rimanesse a’ posteri memoria alcuna. Ma come un infelice prova conforto nel palesare aa’altri le sue dolorose vicende, così molti vi furono tra’ Romani che vollero tramandare alle venture età la notizia de’ mali che lor convenne soffrire. La storia de’ primi Cesari fu l1 argomento su cui molti scrittori di questi tempi s’esercitarono: alcuni altri però presero a ritessere da più lungi la storia romana, ea’altri altro soggetto vollero illustrare, come vedremo. Il numero degli storici di questa età non fu forse inferiore a quello dell’età precedente; ma que’ difetti medesimi che abbiam veduti ne’ poeti e negli oratori di questi tempi, s1 incontrali ancor negli storici, e singolarmente un soverchio parlar sentenzioso, una precisione affettata, e quindi una molesta e spesse volte non intelligibile oscurità; difetti che nacquero essi pure, come negli altri generi di letteratura, dal voler superare, anzichè imitare, gli eccellenti storici de’ tempi addietro, e dal volersi mostrate più di essi ingegnosi ea’acuti. Ciò che abbiam detto di sopra parlando dell1 eloquenza e tifila poesia, vuolsi ripetere qui ancora, e farassi sempre più evidente coll1 esaminare che ora faremo i. Carattere generale digli storici di questi tempi.