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sovente die una vota ombra e una ingannevole apparenza di maestà e di grandezza che volendosi penetrar più addentro si dirada tosto e svanisce. Non parlo qui delle Vite degli uomini illustri, che da alcuni sono state attribuite a Plinio, poichè non v’ha or chi non sappia che esse più probabilmente sono di Aurelio Vittore. XVII. Questi, come abbiamo detto, sono gli unici saggi che dell’eloquenza di questi tempii ci son rimasti. Furonvi nondimeno parecchi’ oratori che per essa ottennero grande stima. Sopra tutti si lodano da Quintiliano (l. 10,c. 1) Domizio Afro e Giulio Africano. Di que’ , dic’egli, ch’io ho veduti, Domizio Afro e Giulio Afiricano hanno sorpassato di molto gli altri tutti. Domizio Afro, secondo la Cronaca Eusebiana, fu nativo di Nimes nella Gallia, e di lui perciò hanno lungamente favellato gli autori della Storia Letteraria di Francia (t. 1 , p. 181)7 presso i quali si potranno vedere intorno a lui più copiose notizie. E certo doveva esser uomo di non ordinaria eloquenza, perciocchè Quintiliano stesso soggiugne che nella scelta delle parole e in tutta la maniera di ragionare egli era superiore a chiunque, e degno di esser posto nel numero degli antichi. Celebre è il fatto che di lui narra Dione (l. 59), cioè che Caligola capricciosamente sdegnato contro Domizio per motivi da nulla, accusollo al senato; e sapendo quanto celebre oratore egli fosse, pretese di gareggiare con lui in eloquenza. Domizio avvedutosi della vanità di Caligola, appena questi ebbe finito di ragionare,