quell’amor di sapere ch’egli vedeva illanguidir
tra’ 15 0111 a ili (a). Ma alla sua patria singolarmente
si mostrò egli in ciò benefico e-liberale. Udiamo
da lui medesimo in qual maniera inducesse i
suoi concittadini a condurre qualche dotto maestro che aprisse in Como pubblica scuola. Essendo io stato, scrive a Tacito (l. 4, ep. 13),
di fresco in patria, venne a trovarmi un giovinetto figliuolo di un mio concittadino; a cui
io, Stildi 1 tu? dissi Ed egli’ . Sì certo. E dove?
In Milano. Perchè non anzi qui in patria?
Allora il padre che era pescate, c che ave ami
condotto il giovane , Pi n he qui, disse , non
alitiamo ma stri. E perchè ciò? soggiunsi io:
voi che siete padri (e opportunamente ve n’avea
molti ad udirmi) dovreste certo bramare che qui
anzi che altrove studiassero i vostri figli, perciocchè dove staranno essi più voli ntien che
nella lor patria? dove saranno allevati più onestamente 1 he sotto gli occhi de’ lor genitori?
dove mantenuti con minor dispendio che nella
propria casa? Così continua Plinio a narrare
com’egli indusse i suoi Comaschi a fissare un
annuo stipendio, di cui egli promise di pagare
la terza parie , pel mantenimento di un pubblico professore, il quale dovesse da’ cittadini medesimi esser prescelto; e prega perciò
(a) Un bell’ Flogio di Plinio il Giovane ci ha dato
di fresco il eli. sig. cav. < lementino \ annetti (Contin.
tfrl tV. G""n. «/<•’ L’iter, d’hai. 1. xxrn, /> 178, cc.),
il qual poscia ha ancor pubblicato una elegante sua
traduzione italiana di dodici lettere del medesimo autore (ivi, t. x\.\r, p. i52, cc.).