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(Bib. hisp. vet l. i , c. g), sembra finto a capriccio. Convien dunque ricorrere ad uno de’ due Seneca altronde noti. Ma a qual de’ due? Alcuni, per non mostrarsi favorevoli più all’uno che all’altro, dividono amichevolmente le tragedie tra amendue. Ma il sapersi che Seneca il filosofo fu amante di poesia, ha indotta la più parte de’ moderni scrittori ad attribuirgli con più certezza almeno alcune di queste tragedie. Il prenome di Lucio proprio del filosofo, con cui comunemente ne’ codici antichi si appella l’autor di esse, conferma alquanto questa opinione. Ma ci conviene confessar nondimeno che il silenzio e la precisione degli antichi scrittori non ci permette di abbracciarla se non con timore. XXXVI. Nulla meno difficile a diffinire è l’altra quistione, se quel qualunque Seneca che si voglia scrittor di tragedie, sia veramente autore di tutte quelle che vanno sotto tal nome. Il Quadrio (l. p. 46) e il conte. di S. Rafaele (Sec. d’Aug. p. 181) han troppo facilmente adottata l’opinion di coloro i quali pretendono che f Ottavia non possa essere opera del filosofo Seneca, perchè questi prima di essa fu ucciso. Egli è certo che Ottavia fu uccisa l’anno 62, e Seneca l’anno 65 (V. Tillemont Mém. des Emper. t. 1 , Ner. art. 15 e 20); e che questi perciò ebbe agio, se il volle, a comporre una tragedia su tale argomento. La diversità dello stile, che da alcuni in esso si osserva, è la principale anzi l’unica ragione a credere che non tutte sian opera dello stesso autore} e per ciò che appartiene all1 Ottavia,