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PREFAZIONE XVII io cui Flirào non fu per poco testimonio di veduta, dico dell’eruzion del Vesuvio, in cui morì Plinio il vecchio. Lasciamo stare la poca stima con cui egli a questo proposito parla de’ ricercatori delle antichità di Ercolano, che non fa al nostro argomento, e veggiam solo ciò ch’egli dice del racconto che il Giovane Plinio ha fatto della morte di suo zio. “In quest’occasione., dic’egli parlando del Giovane (t. 2, p. 68, ec.), ei non èstato né più giudizioso nè più veridico di Dione. Per provarlo mi restringerò a due osservazioni (e su queste osservazioni noi avremo a farne più assai di due). Plinio il Vecchio di lui zio perì allora per aver voluto osservare il fenomeno di questo fuoco troppo da vicino alla sorgente. Ei fu soffocato quasi appiedi della montagna , e morì certamente pel diluvio di cenere eh7 essa lanciava, e che divenne fatale alle vicine città”. Ecco in poche linee tre errori. È falso che Plinio volesse esaminar troppo da vicino il fuoco del Vesuvio. È falso che Plinio morisse quasi a piedi della montagna. È falso che Plinio morisse sotto il diluvio di ceneri che dal Vesuvio piovea. Egli mori a Castellamare di Stabie , come vedremo a suo luogo narrarsi dal giovane suo nipote , luogo eh’ è più di quattro miglia distante dalle falde del Vesuvio, come vedesi nella diligentissima Carta delle Spiaggie marittime intorno a Napoli premessa al primo tomo delle Antichità d’Ercolano. Egli erasi colà recato non per semplice curiosità, ma per recare soccorso all’amico suo Pomponiano. Egli finalmente morì per soffocamento, mancandogli il respiro per le sulfuree esalazioni che fin a quel luogo stendevansi. Quindi prosiegue a riflettere il nostro autore che le ceneri dovean essere assai alte ove Plinio morì: il che è verissimo. Ma vediamo che ne inferisca egli; “Esse dovean coprire il corpo di Plinio in modo da non potersi più ritrovare. I suoi schiavi che si erano allontanati , dacchè il videro in istato di non poter essere soccorso, non potevano dare notizia alcuna del luogo in cui l’avean lasciato. E nondimeno il nipote pretende che il dì seguente alla morte di suo zio il corpo ne fu ricercato e trovato senza fatica. Egli è difficile di crederglielo sulla sua parola”. Ma di grazia, ha egli letto M. Linguet, e Tiraboschi, Voi. II. L