altri poeti drammatici ragioneremo, e il poemetto de Cultu Hortorum di Columella, che
forma il x de’ suoi libri d1 Agricoltura, di cui
parleremo nel capo V), questi furono i poeti
dell’epoca di cui parliamo, le cui opere sono
a noi pervenute. Altri assai più ve li’ ebbe al
medesimo tempo, delle poesie de’ quali o nulla,
o solo una menoma parte ancor ci rimane.
Sarebbe cosa di troppo lunga, e, ciò die è peggio, troppo inutil fatica, il voler ragionare di
tutti. Il Giraldi, il Vossio, il Quadrio ed altri
ne han già tessuti ampj catalogi; e io comunemente altro non potrei fare che ripetere ciò
eh’essi han detto; maniera assai usata al presente, ma non perciò lodevole, d’ingrossare i
libri, Mi basterà dunque l’accennare alcuna
cosa di quelli che sembrano essere stati in
pregio maggiore. Poeta di gran nome dicesi
da Dione (l. 57) C. Lutorio ib isco cavalier romano a’ tempi di Tiberio; e celebre chiamasi
da lui e da Tacito (Ann. l. 3, c. •t>o) un
componimento da lui fatto nella morte di Germanico; il qual però fu al suo autore troppo
fatale; perciocchè, come narrano i medesimi
storici, accusato, secondo il costume di que’
pessimi tempi, al senato di aver composto que’
versi in occasione della malattia di Druso, quasi
sperandone la morte, per ordine del senato fu
tratto in carcere ed ucciso. Celebre ancora fu
a’ tempi di Tiberio e di Claudio non meno per
gl’infami suoi vizj, che per la sua facilità in
verseggiare, il gramatico Remmio Palemone vicentino. Di lui narra Svetonio (De Clar Gram, c. 23) che anche all’improvviso scriveva poemi;