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142 Libro

altri poeti drammatici ragioneremo, e il poemetto de Cultu Hortorum di Columella, che forma il x de’ suoi libri d1 Agricoltura, di cui parleremo nel capo V), questi furono i poeti dell’epoca di cui parliamo, le cui opere sono a noi pervenute. Altri assai più ve li’ ebbe al medesimo tempo, delle poesie de’ quali o nulla, o solo una menoma parte ancor ci rimane. Sarebbe cosa di troppo lunga, e, ciò die è peggio, troppo inutil fatica, il voler ragionare di tutti. Il Giraldi, il Vossio, il Quadrio ed altri ne han già tessuti ampj catalogi; e io comunemente altro non potrei fare che ripetere ciò eh’essi han detto; maniera assai usata al presente, ma non perciò lodevole, d’ingrossare i libri, Mi basterà dunque l’accennare alcuna cosa di quelli che sembrano essere stati in pregio maggiore. Poeta di gran nome dicesi da Dione (l. 57) C. Lutorio ib isco cavalier romano a’ tempi di Tiberio; e celebre chiamasi da lui e da Tacito (Ann. l. 3, c. •t>o) un componimento da lui fatto nella morte di Germanico; il qual però fu al suo autore troppo fatale; perciocchè, come narrano i medesimi storici, accusato, secondo il costume di que’ pessimi tempi, al senato di aver composto que’ versi in occasione della malattia di Druso, quasi sperandone la morte, per ordine del senato fu tratto in carcere ed ucciso. Celebre ancora fu a’ tempi di Tiberio e di Claudio non meno per gl’infami suoi vizj, che per la sua facilità in verseggiare, il gramatico Remmio Palemone vicentino. Di lui narra Svetonio (De Clar Gram, c. 23) che anche all’improvviso scriveva poemi;