IX.
Carattere
e condotta di
Nerone: suoi
studj giovanili.
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ma lui morto, caddero in dimenticanza. Pare
finalmente che qualche cosa ei toccasse de’
filosofici studj; perciocchè narra Dione (l. 60)
che avendo egli preveduto che nel giorno suo
natalizio sarebbesi ecclissato il sole, e temendo
che qualche tumulto non ne seguisse, non solo
ne die’ avviso al popolo con un libro intorno
a ciò pubblicato, segnandone precisamente
l’ora e la durata, ma ne spiegò ancora la vera
ragione. Questa letteratura di Claudio fu derisa dal filosofo Seneca nella satira che sulla
morte di lui egli scrisse, di cui ragioneremo
a suo luogo; e non è maraviglia, perchè, essendo egli poco meno che scimunito, dovea
naturalmente comparire ridicoloso quel qualunque suo sapere. Ma se egli all’erudizione congiunto avesse il senno, sarebbe stato certamente uno de’ principi più benemeriti delle
lettere e delle scienze.
IX. Ma se il regno di Claudio non fu per
la sua dappocaggine favorevole agli studj, non
fu almeno loro fatale; poichè avendo in pregio le lettere, qualche rispetto usava a’ loro
coltivatori. Non così Nerone figliuolo di Gneo
Domizio Enobarbo e di Agrippina, che fu poi
moglie di Claudio, a cui ella il fece adottare
per suo figliuolo. Nerone salì al trono l’anno 54j
poichè Claudio morì per veleno, come si crede, datogli dalla stessa Agrippina. L’idea che
il comun consenso degli uomini ha unita al
nome di Nerone , basta a farci conoscere chi
egli fosse. Trattene alcune lodevoli azioni eli’ ei
fece al principio del suo regno, non vi fu esempio di crudeltà e di barbarie che allora non