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alla prima edizione 27

attenermi, mi lusingo che possan questi bastare a porre in sufficiente luce la Storia della Letteratura Italiana. Chi vuol dir tutto, comunemente non dice nulla; e molte opere son rimaste, e rimarran sempre imperfette perchè gli autori avean preso a correre troppo ampio campo. Quando io abbia condotta a fine la mia Opera, se alcuno vorrà darle una maggior estensione, potrà farlo più agevolmente; ed io mi riputerò onorato se vedrò altri di me migliori entrare più felicemente di me in questa stessa carriera.

Per ultimo, comunque io abbia usato di ogni possibile diligenza nel compilar questa Storia, sono ben lungi dal credere che non vi abbia in essa errori e inesattezze in buon numero. E perciò anzi che sdegnarmi contro chi me gli additi, io gliene saprò grado; e, ove fia d’uopo, ne’ seguenti volumi inserirò, come in altra mia opera ho fatto, le correzioni e le giunte da farsi a’ volumi precedenti. Io non so intendere come alcuni siano così difficili a confessare di avere errato; quasi ciò non fosse stato comune anche a’ più famosi scrittori. E non deesi egli scrivendo cercare il vero? Se dunque tu non sei riuscito a scoprirlo, e un altro cortesemente te lo addita, perchè chiuder gli occhi e ricusar di vederlo? Io certamente da niuna cosa mi stimerò più onorato che dal vedere uomini eruditi interessarsi per dare a questa mia Opera una maggior perfezione; e suggerirmi perciò lumi e notizie che giovino o a corregger gli errori nei quali mi sia avvenuto di cadere, o ad accrescere pe’