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alla prima edizione | 23 |
delle lettere erasi introdotto in Roma più di un secolo innanzi. Io credo certo che se non si fosse trattato di cosa appartenente alla gloria della lor patria, avrebbero i dotti autori riconosciuto facilmente il loro errore; ma è cosa dolce il ritrovare un nuovo argomento di propria lode, e quindi un’ombra vana e ingannevole si prende spesso per un vero e reale oggetto. Forse a me ancora avverrà talvolta ciò riprendo in altrui; ma io sono consapevole a me medesimo di essermi adoperato quanto mi era possibile perchè l’amore della comun nostra patria non mi accecasse, nè mi conducesse giammai ad affermar cosa alcuna che non mi sembrasse appoggiata a buon fondamento.
A questo fine assai frequenti s’incontreranno in questa mia Opera le citazioni degli autori che servono di prova alle mie asserzioni, e posso dire con verità che ho voluti vedere e consultare io stesso quasi tutti i passi da me allegati; poichè l’esperienza mi ha insegnato che è cosa troppo pericolosa l’affidarsi agli occhi, o alla memoria altrui. Nè io però mi sono punto curato di una cotal gloria di cui alcuni sembrano andare in cerca coll’affastellare citazioni sopra citazioni, e schierare un esercito intero di autori e di libri, facendo pompa per tal maniera della sterminata loro erudizione. Io sarò pago di produrre gli autori che bastino a confermare ciò che avrò asserito. Le leggi che in ciò io mi sono prefisso sono di appoggiarmi singolarmente agli autori o contemporanei, o il men lontani che sia