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LIBRO TERZO 5gi essi ed agli altri recato non ordinario vantaggio. De’ filosofi greci eli’ erano in Roma, molto si è già detto di sopra. Alcuni greci retori ancora abbiam nominato parlando de’ giovanili studi di Cicerone e di altri Romani che alle loro scuole recavansi avidamente, nè giova qui il ripetere ciò che già su questo argomento si è detto. Mi basterà dunque il rammentare a questo luogo alcuni altri celebri Greci che allettati dall’onore in cui erano in Roma gli uomini dotti, vennero a fissarvi almeno per qualche tempo la lor dimora. Diodoro Siciliano , di cui abbiamo parlato trattando degli studi degli antichi Siciliani, vuole tra’ primi essere annoverato , poichè si è allora mostrato in qual pregio si debba avere la Storia da lui scritta. Or questi, dopo avere per molti anni viaggiato pe’ diversi paesi, la cui storia dovea narrare, fermossi ancora per lungo tempo in Roma, come egli stesso racconta (in praefat.), parte, per quanto si può raccogliere, ai tempi di Cesare , parte a’ tempi d’Augusto. Dionigi Alicarnasseo ancora celebre non meno per la bella sua Storia Romana, che per altre opere critiche ed erudite che di lui ci sono in parte rimaste , visse egli pure per ventidue anni in Roma a’ tempi d’Augusto (V. Photii Biblioth. n. 83), ed ivi scrisse la suddetta Storia. Ebbevi innoltre un Timagene scrittor di storie, caro prima ad Augusto di cui avea scritte le geste, poscia venutogli in odio per la soverchia libertà del suo favellare, e ciò non ostante protetto ed amato da Asinio Pollione , di cui parlano Seneca il Filosofo (De Ira, l. 3 , c. a3