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588 PARTE TERZA delegante curam ordinandanim hibliothecammiri Octaviae porticu suscepit (ib. c. 21). Di un altro ancora noi veggiamo fatta menzione in una iscrizione riportata dal Muratori (Nov. Thesaur. Inscr. t, 2, p. 929). Questi è L. Vibius Aug. Servus Pamphilus scriba Lib. et a bibliotheca latina Apollinis; nella quale iscrizione , che quelle parole Augusti Servus appartengano veramente ad Ottaviano Augusto, chiaro è dalle altre parole della stessa iscrizione che è sepolcrale, e fatta dal mentovato Vibio alla sua moglie Vibiae Snccessae Livi ac Aug. Servae. Nell’iscrizione di un’altra liberta di Livia moglie d" Augusto, detta Bira Canaciana, si nominia T. Claudius Alcibiades Mag. a bibliotheca latina Apollinis, item Scriba ab Epistolis Latinis (ib. p. 923). Così pure in due altre iscrizioni dal medesimo riferite veggiam nominati C. Julius C. L. Phronimus a bibliliotheca graeca (ib. p. 927), e Axius a biblioth. graeca (ib. p. 919); benchè a qual tempo essi appartenessero, non si possa precisamente determinare. XVI. Da questi passi e da queste iscrizioni che qui abbiamo recato, raccogliesi chiaramente che i soprastanti alle biblioteche in Roma erano comunemente stranieri e schiavi, o liberti. Perciocchè, trattone Vai rone che certo era di ragguardevole nascita , e Pompeo Macro di cui non sappiamo la condizione, tutti gli altri son chiamati servi o liberti. Quindi quella gloriosa asserzion del Morofio (Polyhistor. t. 1 , l. 1, c. 6): Bibliothecariorum amplissima olim dignitas fuit, benchè io debba desiderare che sia vera, debbo