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LIBRO TERZO O7D essa premessa la Vita di Socrate, di questi due uomini, che sembrano veramente troppo l’un dall1 altro diversi, forma nondimeno un esatto e ingegnoso confronto. Ma non è il carattere e la vita di Attico che noi dobbiamo esaminare; ma sì ciò che appartiene a’ suoi studi e alla sua biblioteca. Le sentenze tutte de’ migliori filosofi avea egli diligentemente studiato, e valevasene più a regolamento della.sua vita che ad ostentazion di sapere. Le antichità romane furono il principal suo studio, e parlando degli storici, già abbiam vedute le belle opere che in tal materia avea egli scritte. Dilettossi ancora di poesia, e celebri erano singolarmente alcuni elogi in pochi versi da lui tessuti a’ più illustri uomini della repubblica. Nè solo egli era uom colto, e in tutte le belle arti versato} ma colti voleva ancora che fossero i suoi schiavi, e tutti quei che componevano la sua famiglia. Quindi, come dice Cornelio Nipote che tutte queste notizie ci ha tramandate, niuno eravi tra’ suoi famigliari che non sapesse e leggere e scrivere con eleganza. Un uomo di tal carattere dovea necessariamente essere amante di libri d’ogni maniera. In fatti una bella raccolta avevane Attico; e Cicerone se n’era invaghito per modo, che temendo per avventura che Attico volesse privarsene, più volte il pregò a non farlo, ma a tenerli, poichè sperava un giorno di farli suoi. Libros tuos, così egli scrive (l. 1, ep. 4) 5 conserva, et noli desperare eos me meos facere posse; quod si assequor, supero Crassum divitiis, atque omnium vicos et prata conte nino; e di nuovo (ib. ep. 10);