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IV. Di Luculln, ed elogio ili oso. ^ PARTE TERZA P*u celebre nondimeno fu in Roma la biblioteca di Loculi«, uno de’ più grandi uomini che a questo tempo vi vivessero. La sola introduzione di Tullio al secondo, o, come altri il chiamano, quarto libro delle Quistioni Accademiche ci fa abbastanza conoscere chi egli fosse. Uomo di grande ingegno, di memoria , come Cicerone lo chiama, in certo modo divina, di continuo studio, e in tutte le belle arti maravigliosamente erudito, dopo avere impiegati molti anni nel coltivamento delle scienze e nel civile governo della repubblica , fatto improvvisamente supremo general delle truppe nella pericolosa guerra contro di Mitridate, divenne subito uno de’ più valorosi capitani che fosser mai. Il viaggio da Roma in Asia fu l’unico tempo ch’egli ebbe a istruirsi nella scienza di guerra , e nondimeno in sì poco tempo parte leggendo, parte trattenendosi co’ più versati in tal arte, divenne in essa si esperto, che Mitridate stesso ebbe a dire che non avea mai letto d’alcun altro che gli si potesse uguagliare. Dopo essere stato per molti anni l’arbitro, per così dire, della repubblica, ritiratosi a vita privata, un nuovo spettacolo offerse agli occhi de’ Romani, mostrando loro fin dove possa giugnere la magnificenza e il lusso d’un uom privato. Ampii e spaziosi portici, amenissime ville, altre sul mar medesime fabbricate, altre sul pendio de’ colli, bagni, teatri, pitture, statue, pompa in somma e delizie e grandezze reali, si videro la prima volta per opera di Lucullo in Roma, la quale cominciò