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LIBRO TERZO 55"] Intorno al qual epitaffi), da cui pare che si licavi che questo Pudente tenne in Bergamo pubblica scuola, una bella ed erudita dissertatone abbiamo alle stampe dell’ab. Pierantonio Serassi (Racc. d Opusc. scient. t. 4 <)■ IV. 1 retori a’ quali ora facciam passaggio, e più tardi e più difficilmente che non i gradatici, ottennero in Roma sede ed onore. Si è veduto nell1 epoca precedente che alcuni Greci avean cominciato a tenere in Roma scuola pubblica d’eloquenza; ma che Tanno 592 per ordine del senato furon costretti a partirne; e si è esaminato qual fosse il motivo di sì severo -decreto. Ma dappoichè la compii sta della Grecia trasse a Roma in sì gran numero i più colti uomini che vi fiorivano, e poiché i Romani deposta ebbero quella austera avversione che nutrito aveano per lungo tempo contro ogni letteratura, egli è probabile che molti relori greci riaprissero in Roma le loro scuole, di (¡nelle elverano nella chiesa di S. Agata; ma il passaggio non ha nessuna segno visibile che lo faccia osservare, di modo che io stesso leggendo il libro, credetti dapprima che quella iscrizione appartenesse al tempio di S. Vincenzo?. Ciò che a me è accaduto, accadde forse ad alcuni di quelli che volendo raccogliere le iscrizioni, le copian da’ libri che lor vengono alle mani; e forse egli volendo indicare il luogo ove era quella iscrizione, scrisse nel suo zibaldone: In T. S. Vinc. Berg.; le quali parole lette in fretta, e peggio intese, diedero forse luogo all’equivoco di creder l’iscrizione trovata nel teatro Berieo di \ icenza. lo non so se questo sia un mio sogno; ma certo le leggi della buona critica mi sembrano assicurarci che questa iscrizione a Bergamo debba assegnarsi non a Vicenza. rv. I retori son cacciati da Roma.