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LIBRO TERZO 533 fan’10 J?4°J pretende che Virgilio ancora abbia voluto parlare di Antonio Musa, e che abbial descritto sotto il nome Japi (Aen. 12) medico di Enea. Ma le prove da lui addotte non son sembrate abbastanza probabili agli autori della Biblioteca Britannica (t. 15. p e io penso che si possa dire a questo luogo lo stesso che detto abbiamo altrove della menzione che vuolsi da alcuni che lo stesso Virgilio abbia fatta di Orazio (a). (a) Alcune delle cose qui dette intorno al medico Antonio Musa vioglionsi qui correggere dopo le belle riflessioni che intorno ad esso ha fatte il consiglier Giov. Luigi Bianconi da troppo acerba morte rapitoci il primo di gennaio dell’anno 1781 , due anni soli dappoichè egli ebbe pubblicate le sue eleganti non meno che erudite Lettere Celsiane. A primo luogo Antonio Musa non può essere stato scolaro di Asclepiade, perciocchè questi era già morto, come egli ha ben provato, prima dell’anno 663 di Roma, e Antonio Musa viveva ancora circa settant’anni dopo, cioè nel 731 in cui cadde la malattia di Augusto, dalla quale egli il sanò, e la quale crede il medesimo autore che fosse la cosa a cui amendue i rimedii oppose Antonio, le lattuche e i bagni freddi. Egli ha osservato ancora, che Antonio scrisse diversi trattati dell’Arte Medica, de’ quali parla con molta lode Galeno , e che egli ebbe un fratello per nome Euforbo. il quale era medico di Juba re della Mauritania. Egli finalmente ha prima di ogni altro scoperto e confutato 1‘ errore non mio soltanto , ma di tutti i moderni scrittori. cioè che Marcello morisse pe’ bagni freddi da Antonio Musa ordinatigli, ed ha mostrato ch’egli finì di vivere ai caldi bagni di Baia, e che è anche poco probabile che questi gli fosser prescritti da Antonio. Ma ciò che a questo luogo è più degno d’osservaz ime, si è, che il cons. Bianconi nelle suddetta lettere