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LIBRO TERZO 5ll fossi"1’0 avvertiti. Diedesi dunque l’incarico al banditore ossia trombetta del console di darne 1 Lbblicamente avviso, quando avesse veduto il sole giunto a un tal segno; il che pure facevasi all’ultima ora del giorno. Così duraron le cose per, alcun tempo, cioè almeno fino all’anno di Roma 460. Perciocchè un antico storico detto da Plinio Fabio Vestale avea lasciato scritto che Lucio Papirio Cursore era stato il primo che un orologio solare avea fatto costruire in Roma dodici, o, come legge il P. Arduino, undici anni innanzi la guerra di Pirro, che ebbe principio l’anno 472- Ma pare che f introduzione degli orologi solari in Roma debbasi di alcuni anni ancor ritardare. Perciocchè Plinio soggiunge, diverso essere il sentimento di M. Varrone, e che questi narrava che M. Valerio Messala era stato il primo che avendone trovato uno in Catania da lui espugnata, aveal seco dalla Sicilia portato insiem colle spoglie del trionfo, e fattolo poi collocare nel Foro vicino a’ Rostri, trent’anni dopo l’epoca sopraccitata, cioè l’anno 491- Il che pure confermasi da Censorino (De Die Natali, c. 23). Ma così valenti in astronomia erano allora i Romani, che buonamente crederono che un orologio solare adatto al meridiano di Catania, e posto alla ventura nel Foro di Roma, dovesse esattamente segnare le ore. Videro con maraviglia che la cosa non riusciva; e forse crederono che gli Iddii fossero con loro sdegnati, perchè da Catania trasportato avessero quell’orologio. Certo, come Plinio dice, per novantanove anni niuno vi ebbe che pensasse a correggerlo, o