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4g4 PARTE TERZA Or ritorniamo a’ filosofi del tempo di cui ragioniamo. XVTH. Contemporaneo e amicissimo di Cicerone fu Publio Nigidio soprannomato Figulo il quale seguito avendo nella guerra civile il partito di Pompeo, fu costretto ad andarsene in esilio, e vi morì, secondo la Cronaca Eusebiana, l’anno di Roma 709. È celebre il fatto onde si dice ch’ei traesse il soprannome di Figulo ossia cretajo; cioè ch’egli volendo mostrare che diverso poteva essere il destino dalle costellazioni fissato a due gemelli, benchè nati quasi a un punto medesimo, recatosi alla bottega di un cretajo, mentre più velocemente si aggirava la ruota, segnovvi subito un dopo l’altro due punti, i quali pareva perciò che dovessero essere tra’ lor contigui; e nondimeno fermata la ruota si videro l’uno dall’altro discosti assai; argomento, come dice S. Agostino (De Civ. Dei. l. 5, c. 3), che a difendere l’astrologia giudiciaria è assai più fragile degli stessi vasi di creta da cui è tratto. Ma questo racconto ancora, come osservano il Bayle (Diction. art. « Nigidius » Rem. G.) e il Bruckero (t2:p. 24), ha tutta l’apparenza di favoloso. dii vuol contraffare l’antico , ma non è abbastanza abile per tale inganno. Le lacune vi furono forse poste cou arte per render più verisimile 1 antichità dei codice; e io penso che nel calilo della contesa allor nata taluno volesse con ciò accrescere autorità all1 opinione di chi riconosceva come opera di Tullio quel picciol trattato. E forse vedendo poscia che non era troppo télice nell’esecuzione del suo disegno, desistè del lavoro, e lusciollo imperfetto.