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LIBRO TERZO 44 ^ chiaramente dalla Cronaca eusebiana (V. Voss. 1 i. c. 19), alcuni annali avea scritto, e un libro de’ magistrati romani. Vuolsi però avvertire che il libro di tale argomento, che col nome di Fenestella si vede in alcune edizioni, a lui punto non appartiene; ma è di Andrea Domenico Fiocco fiorentino (V. Voss. loc. cit. e Fabric. Bibl. lat. l. 4, c. 4, § 7)• Altri ancora si aggiungono di minor nome, che son rammentati dal Vossio , presso il quale si potrà vedere ciò che di essi, e di que’ che abbiam nominati, eruditamente raccoglie. A questo secolo finalmente lo stesso Vossio attribuisce il celebre storico Cremuzio Cordo; e sembra certo che al tempo d’Augusto egli scrivesse , almeno in parte, le sue storie. Ma perchè egli visse parecchi anni ancora sotto Tiberio, e allora singolarmente più note si renderono a suo gran danno le sue opere, ci riserberemo a parlarne nel seguente volume. Rimane dunque che prendiamo a dire di Tito Livio. XI. A me non appartiene l’entrare nella quistione tra alcuni scrittori dibattuta, se Livio fosse veramente nativo di Padova, o anzi di Abano villaggio del Padovano; quistione del cui scioglimento non debb’essere sollecito chi tratta generalmente la Storia della Letteratura Italiana. Poco, o nulla sappiamo della vita da lui condotta. Pare che qualche parte egli avesse nell’istruzione di Claudio che fu poi imperadore; perciocchè Svetonio narra (in Claud c. 41) che a persuasione di Livio egli ancor giovane prese a scrivere la Storia Romana , incominciandola dalla morte di Cesare. Ma la scarsezza di