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LIBRO TERZO 4 1 ^ alla più alta cima, sicchè vi sia pericolo di ricadere colà onde si cominciò a salire (a). (a) Anche il sig. ab. Andres ha combattuta, e con quelle gentili maniere che a lui son proprie, questa mia opinione (Dell’origine e progressi (d’ogni Letter. t. 1, p. 489, ec.). Egli crede in primo luogo che anche nelle scienze possa avvenire un funesto decadimento -, perciocché, egli dice, può accadere che gli uomini abbandonando le verità scoperte già e conosciute, tutti si rivolgono a inutili sottigliezze e a vane speculazioni, e può anche avvenire, a cagion d’esempio, che non curando punto le osservazioni e le esperienze di tanti illustri filosofi, si torni alla antica opinione dell’orrore del voto. A me pare che due cose sian queste molte tra lor diverse. Che gli uomini, lasciati in disparte i buoni ed utili studi, si possan volgere solo a coltivare gl’inutili, nè io il negherò, nè alcuno vorrà negarlo. Ma non è questo il decadimento di cui si parla. Che in un secolo si studii più, meno in un altro, che in una età le frivole cognizioni si antipongano alle serie , e trascurate le gravi scienze non si occupin gli uomini che in ridicole inezie, può nascer da mille cagioni che a questo luogo non appartengono, l.a questione di cui qui trattasi, è quella che in secondo luogo accenna 1 ab. Andres \ cioè se allor quando una verità è scoperta, e con evidenti ragioni, e con replicate infallibili sperienze provata e confermata , si possa temere che, lasciandosi essa cadere in dimenticanza , si ritorni all’antico errore di cui per essa eravamo usciti. Or questo è ciò di che io non so persuadermi, e parmi impossibile che nelle circostanze da me descritte , nelle quali ora viviamo, ciò sia per accadere generalmente. Dico generalmente , perchè potrà certo avvenire che qualche ingegno troppo amante di novità si allontani dal vero, ancor quando esso è condotto alla evidenza; ma che questo traviamento si possa render comune e universale , io il ripeto , non so indurmi a pensarlo. Crede inoltre l’ab. Andres che non debba ripetersi la decadenza della amena letteratura, come io ho affermato,