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unicamente solleciti di sostenere il vacillante loro impero, e di difenderlo contro i domestici non meno che gli stranieri nemici; poco per lo più pensarono alle scienze e alle arti.


Se Falaride ne fosse splendido protettore. XXXV. Egli è vero che di Falaride tali cose raccontansi da alcuni, che se fosser vere, cel farebbono credere protettor grandissimo delle lettere, e gioverebbon non poco a sminuire l’infamia che la crudeltà da lui usata gli ha presso tutti arrecata. Perciocchè vuolsi ch’egli avesse in molta stima il poeta Stesicoro di cui abbiam già parlato; e che comunque fosse contro di lui gravemente sdegnato, perchè mostravasi apertamente nimico della sua tirannia, nondimeno avutolo una volta in suo potere, non solo non usasse contro di lui quella barbara crudeltà che contro di tanti altri aveva usata, ma lo accogliesse con onore, così premiando l’eccellenza a ch’egli era salito nel poetare. Aggiugnesi, che a un cotal Callesero, da lui per congiura dannato a morte, accordasse il perdono per riguardo a Policleto filosofo messinese che gli era amico. Ma questi racconti non ad altra autorità sono appoggiati che a quella delle lettere di Falaride stesso, la quale quanto sia dubbiosa abbiam di sopra veduto.


Questa lode si dee a Gerone primo re di Siracusa. XXXVI. Gerone, il primo di questo nome re di Siracusa, fu l’unico per avventura tra i tiranni della Sicilia che chiamar si possa protettore e fomentatore delle scienze. Erane egli stato avverso del tutto e lontano. Ma all’occasione di una grave malattia da lui sofferta essendo stati introdotti nella sua corte alcuni de valorosi filosofi che erano allora in Sicilia,