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154 parte

tempo dunque si vuole stabilir il cominciamento dell’arte dell’eloquenza1.

  1. Il ch, sig. ab. Andre non solo non reputa degni di molta lode i primi scrittori che ci dieder le leggi dell’eloquenza, e ne formarono un’arte, ma anzi gii incolpa della decadenza del buon gusto, perciocchè, egli dice (Dell’Origine e Progressi di ogni Lctter. t. 1, p. 42, ec.), i Greci cominciarono a vedersi privi di opere eccellenti quando conobbero i precetti dell’arte.... E chi non sa che allora appunto mancarono gli oratori e i poeti, quando Aristotile con tanto ingegno e dottrina dell’arte rettorica scrisse e della poesia? Egli prosegue a sostener con ingegno e a svolgere con eloquenza questa sua proposizione. E se a lui basta che in questo senso essa s’intenda che i precetti non bastano a formare un oratore e un poeta, e che il tenersi troppo rigorosamente stretto a’ precetti snerva comunemente la forza dell’eloquenza e ìa vivacità della poesia, io pure me ne dichiaro seguace e sostenitore. Ma se egli intende di sbandire generalmente i precetti e l’arte, io temo che la sperienza e la ragione gli si opporranno. Ei ci dice che le spelonche, le grotte, le sponde del mare erano le scuole dell’arte rettorica del gran Demostene. Ma è certo che innanzi a Demostene erano stati Corace, Tisia, Lisia e Gorgia, tutti precettori d’eloquenza, e che per brevità tralascio Dionigi Alicarnasseo (Judic. de Isocrate) Tisia fu precettore d’Isocrate, e che Demostene da Tucidide e da Gorgia apprese la magnificenza, la gravità, lo splendore del favellare (De admiranda vi dicendi in Demost.). Il maggior oratore che avesse Roma, viaggiò in Grecia in età già adulta, e frequentò le scuole de’ retori più rinomati; e scrisse poscia egli medesimo i precetti dell’arte. Il maggior poeta epico che abbia avuto l’Italia, studiò attentamente la Poetica d’Aristotile. A me sembra che forse sarebbe più giusto il dire che i precetti non bastano a formare un grand’uomo, ma che senza i precetti un grand’uomo non saprà sfuggir que’ difetti che ne oscureranno la gloria.