Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo I, Classici italiani, 1822, I.djvu/190


seconda 141

uomini dotti troppo mal si convengono. Non tacque il Bentley, e l’anno 1699 fece una nuova edizione della prima sua dissertazione, ma più stesa di assai, per rispondere alle obbiezioni che fatte aveva il Boyle. Di questa dissertazione si posson vedere gli estratti negli Atti di Lipsia (Suppl. t. 4, p. 481), nelle Novelle della Repubblica delle lettere del Bernard (loc. cit. p. 659), e nella Biblioteca scelta di Giovanni le Clerc (t. 10, an. 1706, p. 81). Molti altri libri e tutti in inglese uscirono su questo argomento, i cui titoli dal Fabricio sono stati raccolti. (Bibl. Graec. t. 1, 408). Anche Enrico Dodwello ebbe parte a questa contesa. Pubblicò egli nel 1704 due latine dissertazioni, una sull’età di Falaride e l’altra sull’età di Pittagora, nelle quali benchè non prendesse a sostener direttamente la legittimità di tai lettere, prese nondimeno a sciogliere una delle principali difficoltà che contro di esse avea mosso il Bentley. Perciocchè avendo questi mostrato che non era Falaride vissuto in tempo a poter conoscer Pittagora, quando già era celebre pel suo sapere, avea quindi preteso esser supposte le lettere a Falaride attribuite, nelle quali ne ragiona sovente come d’uomo famoso già ed illustre. Ma il Dodwello sostiene non essere ciò punto inverisimile, e la cronologia della Vita di Pittagora e di Falaride ordina per tal maniera, che possono l’uno e l’altro essere lungamente vissuti al tempo medesimo. Oltre di che avea già il Dodwello dichiarato in certa maniera il parer suo, citando nella sua Opera de Veteribus Graecorum Romanorumque Cyclis