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xviii vita

adottato il parere dell’Arteaga, solamente dolendosi di lui, che nello scrivere si abbandonasse ad una acerbità, dalla quale sembrava non potere astenersi. Il Tiraboschi nel mostrarsi troppo favorevole al Barbieri, riputò di far cosa grata a’ suoi Modenesi, perchè quegli, al pari di molti altri uomini dottissimi, era nato nella loro città, e pareva la sua fama essersi del tutto perduta nella vetustà e nel l’obblio.

Attese pure il N. A. ad un altro lavoro, pel quale sperò di ottenere gloria non solo, ma lode ancora di gratitudine. Fin da quel tempo in cui scrisse la storia della Badia di Nonantola, aveva raccolti assai monumenti intorno alle cose Modenesi, ed ivi medesimo inserite molte narrazioni di illustri fatti avvenuti fino a secolo XII. Nè di ciò contento trattò in due Dissertazioni particolari delle origini di alcuni monasteri Benedettini sparsi nel territorio modenese, e ne fece la descrizione. Trovò in seguito molte cose che meravigliosamente illustravano la storia delle città e delle terre di tutto il Ducato di Modena, e si addossò il carico di scriverla, benchè già fosse vecchio. Intorno ad essa pertanto adoperossi con molta fatica negli ultimi anni della sua vita, e morì prima di aver compiuta la stampa del IV volume. Ricercò le origini di quelle città, indagò gli avvenimenti, la fortuna, le vicende di esse, le cose degne di menzione o di ammirazione, a chi siano in diversi tempi state soggette, i pericoli corsi, i varii partiti presi secondo le diverse circostanze de’ tempi, e, per dir tutto