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138 parte

sostiene, accordarsi ciò pienamente colla più esatta cronologia. Ma Suida chiaramente mostra (Lexic. ad. voc. Στησίχορος) quanto sia incerto chi egli avesse a padre, poichè fin a cinque egli ne nomina, de’ quali da diversi autori egli era detto figliuolo. Nacque, secondo lo stesso Suida, nell’Olimpiade xxxvii, e morì nella lvi. Altri gli assegnano diversa età; ma in sì gran lontananza di tempi e in sì grande scarsezza d’autori antichi, nulla si può affermar con certezza.


Notizie di Stesicoro e delle sue poesie. IV. Che egli scrivesse poesie pastorali, ne fa fede Eliano che nomina i Carmi Buccolici da lui composti (Varior l. 10, c. 18). Quindi non essendovi memoria di più antico autore che in tal genere di poesie si esercitasse, egli ne è creduto a ragione il primo inventore. Ma non fu sola la pastoral poesia ch’ei coltivasse. Ventisei libri di versi da lui scritti rammenta Suida (loc. cit.), e il diligente Fabricio i titoli e gli argomenti di molti tra essi dagli antichi autori ha raccolti (Bibl. Graec.) t. i, p. 596, ec.). La poesia lirica singolarmente fu da lui condotta a maggior perfezione. Egli fu il primo che in essa introdusse quella triplice divisione che strofe, antistrofe ed epodo si appella; e quindi queste tre parti venivano con proverbio greco chiamate le tre cose di Stesicoro, tria Stesichori, come osserva Suida (Lex. ad voc. Tria Stesichori); e quando volevasi denotare un uom rozzo e ignorante al sommo, dicevasi che nemmen sapeva egli le tre cose di Stesicoro. Da questo nuovo ordine nella lirica poesia introdotto a lui venne il nome di