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di g. tiraboschi xvii

quale parla dell’adolescenza e de’ primi studi del N. A. Questi cercando in qual tempo e da che abbia avuto origine quella consonanza di desinenze simili, di cui, sotto nome di Rima, tanto si abbellisce la poesia italiana, si avvenne in uno scritto di Giammaria Barbieri intitolato Dell’origine della Poesia rimata. Lo pubblicò nell’anno 1790, ornandolo di una Prefazione e di Note, nelle quali tende a confermare quell’opinione, che la poesia rimata dagli Arabi passò nella Spagna e nella Provenza, donde i nostri la presero. Molto era stato già detto conformemente a tale opinione dall’ab. Giovanni Andres, che quasi ogni preclara invenzione a’ suoi Arabi riferisce. Ma contro di essi sorse l’ab. Stefano Arteaga, uomo dotto e di ingegno piuttosto acre1, e con molti argomenti provò che la poesia degli Arabi nulla ha di comune con quella che un tempo fu in uso presso degli Spagnuoli e dei Provenzali, trovandosi nelle Spagne vestigia di poesia rimata assai prima che gli Arabi vi dominassero. Stabilì poi con monumenti degni di ogni fede che non solo gli Spagnuoli e gli Italiani, ma anche gli Alemanni ed i Britanni ne ebbero cognizione ne’ secoli VI e VII dell’Era cristiana; e promise di mostrare donde fosse da ripeterne l’origine, il che poi non attenne. Io non dubito che il Tiraboschi, il quale sopra tutto amava la verità, non abbia

  1. Dell’influenza degli Arabi sull’origine della poesia moderna in Europa. — Roma, 1791, in 8.°