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da un uomo solo per mezzo della chiocciola da Archimede inventata. Questa nave fu alla prima chiamata Siracusana, ma dappoichè si privò di essa Gerone, chiamossi Alessandrina. Era accompagnata da altre navi minori, e primieramente dal Cercuro, il quale, portava di carico tre mila talenti (cioè 187,500 libbre romane di peso) e movevasi a forza di remi. V’erano pure di seguito altre barchette e battelli pescharecci, che avevano di carico mille e cinquecento talenti. La gente poi niente era minore della già detta, poichè v’erano sulla prora seicento uomini per eseguire ciò che veniva ordinato. I delitti che in questa nave facevansi, venivano giudicati dal condottiere, dal governator della nave e dal Gedotto, secondo le leggi siracusane. Su queste navi furono caricati sessanta mila moggi di formento, dieci mila orci di salume lavorato in Sicilia, venti mila talenti di carne, ed altrettanti d’altre vettovaglie, ed oltre a ciò v’erano i commestibili per quelli ch’erano in nave. Ma essendosi informato Gerone che di tutti i porti della Sicilia altri non erano capaci di questa nave, ed altri erano pericolosi, stabilì di spedirla ad Alessandria in dono al re Tolomeo, poichè in Egitto era gran penuria di formento, e colà mandolla.


Risposta alle difficoltà contro un tal fatto. XXII. Ma il Montucla stima di dover rigettar tralle favole un tal racconto. Que’ che conoscono, dic’egli, quanto gran parte di potenza tolga il fregamento in qualchesiasi macchina, giudicheranno esser questa una finzione. Egli è inoltre un de’ principii della meccanica, che quanto guadagnasi in forza, altrettanto perdesi