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120 parte

talento attico minore era di sessanta mine che corrispondevano a sessanta due libbre e mezza romane), ed una saetta di dodici braccia, e l’uno e l’altra per lo spazio di uno stadio (vale a dire di un’ottava parte d’un miglio o sia di 125 passi geometrici), e questa macchina era stata da Archimede fabbricata. V’erano inoltre certi fori in grosse travi intagliati, e sostenuti da catene di bronzo. Tre erano gli alberi della nave, e ciascuno di questi aveva due antenne caricate di sassi, dalle quali uncini e palle di piombo lanciavansi contro i nemici. Era circondata la nave da una palizzata di ferro, la quale teneva lontani gli assalitori, ed eranvi tutto all’intorno certe mani ferrate, le quali gettate per mezzo d’ordigni nelle navi nemiche s’attaccavano a queste per poterle più facilmente scomporre ed offendere. Da un fianco e dall’altro erano sessanta giovani armati da capo a piedi, ed altrettanti intorno agli alberi della nave ed alle antenne caricate di sassi. Nelle gabbie, che lavorate di bronzo erano sul primo albero della nave, stavano tre uomini, e due per cadauna delle altre. A questi nelle gabbie suddette venivano somministrate da alcuni ragazzi in canestri tessuti di vinchi, per mezzo delle carrucole, e pietre e saette. La nave aveva quattro ancore di legno ed otto di ferro. Il secondo ed il terzo degli alberi della nave furono con facilità ritrovati, ma il primo assai difficilmente ne’ monti della Brettagna da un porcaio. Filea ingegnere di Taormina fu quegli che lo ridusse in mare. La sentina poi, benchè profondissima, votavasi