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xiv vita

come se avesse da soddisfare agli altri più che a sè stesso, ed alla gloria di qualche terra o famiglia particolare, più che a quella della repubblica letteraria. Parlando poi in un separato volume de’ musici, de’ pittori, degli scultori e di altri simili artefici, non parve gran fatto ottenere l’approvazione dei cultori di queste arti, e di quegli altri che hanno un vivo senso della bellezza. Imperciocchè in quelle arti, che non si propongono per immediato fine l’utilità (e sono di due specie, le une tendendo al diletto degli occhi, le altre a quello degli orecchi), ma che mirano ad una libera dilettazione dell’animo, conviene portar giudizio con certa diligenza e quasi scrupolosità, onde a colui, il quale non ne ha fatto studio e non può da sè stesso gustarle, è più sano partito il tacersi. Ma di quelle cose che si aggirano sulla letteratura il Tiraboschi trattò alla sua maniera con moltissima copia ed erudizione. E ben ebbe il campo a tutta spiegarla nelle vite de’ Sadoleti, de’ Sigonii, de’ Castelvetri, de’ Falloppii, de’ Muratori e di molti altri uomini somiglianti, di cui abbondò quasi sempre la città di Modena. La quale, per mostrarsi grata al Tiraboschi, lo regalò di ragguardevole somma di danaro, e lo ascrisse con onorevolissimo decreto all’ordine de suoi nobili.

Animato da questi beneficii a nuove imprese, divulgò nell’anno 1784 la Storia della Badia di Nonantola, il più illustre monastero di tutta la Lombardia. In qual tempo sia stato fondato, da chi accresciuto ed ornato, a quali vicende di fortuna ne’ diversi tempi sia andato