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82 parte

essa pure parte da’ Greci, parte da altri popoli che da varie parti vi vennero anticamente. La vicinanza dell’una e dell’altra provincia divise solo da un angusto stretto di mare introdusse fra loro una vicendevole comunicazione di leggi, di costumi, di scienze; e ragion vuole perciò, che di due nazioni che a coltivar le scienze si congiunsero insieme, si parli congiuntamente. Nè io penso che possa alcuno a ragione muoverci lite, perchè ad accrescer la gloria dell’italiana letteratura prendiamo a favellare degli studi di que’ popoli ancora che venuti altronde fermaron piede in Italia; altrimenti i Tedeschi ancora, come nella Prefazione si è detto, potranno muover lite a’ Francesi, e sostenere che alla loro letteratura appartengono gli studi di coloro che dalla Germania passati nelle Gallie vi ottennero signoria; e più altre nazioni potranno tra lor contendere per somigliante maniera. La storia letteraria di qualunque siasi provincia ella è la storia di que’ popoli che in quella provincia abitarono, o fosse ella l’antica lor patria, o da altra parte vi si fosser condotti. Non può dunque alcuno dolersi che a gloria degli italiani noi ascriviamo la letteratura di que’ popoli che questa parte d’Italia anticamente abitarono. Nel ragionare della letteratura degli Etruschi, a provar che le scienze da essi furono coltivate, abbiamo usato singolarmente dell’argomento preso dalle arti loro, mostrando che amatori delle scienze esser doveano necessariamente que’ popoli che nelle arti liberali si acquistarono fama e lode non ordinaria. Di somigliante argomento usar