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— Addio, gli ripetè allorchè furono al cancello. Ci rivedremo ancora un’ultima volta però.

Giorgio rimaneva mutolo, sopraffatto dalla energia di quel carattere; le teneva la mano, e la stringeva forte, senza avvedersene.

— Infatti... non è meglio che sia l’ultima?

— Perchè? domandò Nata coll’accento più naturale.

— Perchè ho il torto d’amarvi!

Ella lo guardò attonita, e rimase zitta un istante.

— Voi? esclamò con stupore, e poscia con uno scoppio di risa, delle risa che lo schiaffeggiavano sulle guance: — Voi?... Ah!

Giorgio le lasciò la mano con un brusco movimento; sentì come una vampa che gli montò dal cuore alla testa; ma da lì a poco si mise a ridere e anche lui, un po’ a denti stretti.

— Guardate, con una sera sì bella! siam soli, di notte, stringendoci le mani, fra il sussurro delle fronde e alla pallida luce dell’astro degli amanti. Pel quarto d’ora devo adunque essere il vostro Romeo, non fosse altro che pel colore locale. Se ve-